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CONFUCIANESIMO

Il Confucianesimo, la sua filosofia ed il libro "Il costante mezzo" nel quale Confucio descrive la propria dottrina...


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CONFUCIANESIMO

l'insieme degli insegnamenti di Confucio, tramandati dai suoi discepoli e sviluppati da Mencio (372-289 a. C.), da Chu Hsi (1130-1200) e da Wang Yang-ming (1472-1528). Con il taoismo e il buddismo è considerato una delle tre religioni della Cina. Il punto di riferimento dell'insegnamento morale di Confucio, condensato nei cinque libri detti Ching e nei quattro Shu, è il Tao (via, regola), inteso come una legge universale che presiede e ordina il mondo. Tale legge, a sua volta regolata dalle due forze primordiali (Yang e Yin, maschile e femminile), è la base dell'armonia di ogni essere. L'armonizzazione dell'uomo con l'ordine generale del mondo in tutti gli aspetti della vita implica un comportamento 'nobile', spirituale, giusto, ispirato alla potenza ordinatrice che guida l'uomo sia nei rapporti con gli altri uomini sia verso gli antenati. In quanto all'organizzazione confuciana della nazione cinese, essa è la teorizzazione del feudalesimo già esistente: una società gerarchica, piramidale, con al vertice l'imperatore. Le persecuzioni avvenute durante la dinastia Ch'in e la distruzione dei libri confuciani hanno conferito l'aureola del martirio ai seguaci di questa corrente e l'immortalità alla sua dottrina. La successiva dinastia degli Han instaurò una politica per cui il confucianesimo divenne la base morale dello Stato cinese fino all'avvento del regime comunista.

IL COSTANTE MEZZO 

§ 1 §

Chiamiamo natura la legge dell'universo. Chiamiamo norma il seguire questa legge. Chiamiamo educazione la pratica della norma. A noi non è possibile allontanarci neppure per un attimo dalla norma. Se potessimo farlo, non sarebbe la norma. E per questo che il signore ha un atteggiamento prudente e attento verso tutto ciò che ancora non è possibile vedere, ed è timoroso e si preoccupa per tutto ciò che ancora non è possibile udire. Nulla è più evidente di ciò che è nascosto, nulla risalta più chiaramente di ciò che è molto piccolo. Ecco perché il signore si comporta in modo assai prudente anche quando è solo.

Si è in una posizione di mezzo, ovvero di centro, quando non si è preda della collera o della gioia, della malinconia o del piacere. Quando invece si provano queste emozioni però senza oltrepassare il giusto equilibrio, allora si è in una situazione di armonia. Il mezzo è la grande origine di ogni cosa che esiste, e l'armonia ne rappresenta l'aspetto favorevole e positivo.

Giunti nella posizione di mezzo e conseguita l’armonia, allora Cielo e terra sono al loro posto ed è così che ogni cosa sotto il cielo può svilupparsi.

§ 2 §

Ciung-ni disse: Il signore pratica il costante mezzo. (1) L’uomo comune invece non lo pratica. Il signore cerca di raggiungere il costante mezzo avendo l'opportunità di essere nel mezzo. L’uomo comune non cerca di raggiungere il costante mezzo in quanto nulla ha da evitare e nulla ha da perdere.

§ 3 §

Il maestro disse: Il costante mezzo è il massimo, (2) l'apice e il vertice, e sono pochi gli uomini capaci di attenervisi a lungo.

§ 4 §

So bene che la norma non viene praticata. Coloro che la conoscono proseguono oltre e gli stupidi non giungono a praticarla. So anche che la norma non può essere spiegata. Gli uomini elevati vanno oltre a essa, gli immeritevoli non giungono a capirla. Non è forse vero che tutti gli uomini possono mangiare e bere, ma soltanto pochi sanno capire ciò che ha sapore ?

§ 5 §

Il maestro disse: La norma non è affatto praticata!

§ 6 §

Il maestro disse: Sciun, l'imperatore, era molto sapiente. Gli piaceva formulare delle domande e poi soppesare le parole anche più semplici. Non svelava il lato negativo delle parole; divulgava piuttosto le parole che scaturivano dall'esperienza. Dovendo agire nei confronti del popolo, teneva conto dei due estremi e applicava il giusto mezzo. Grazie a questo comportamento è diventato Sciun, l'imperatore.

§ 7 §

Il maestro disse: Ogni uomo sostiene di sapere. Così facendo finisce in una rete, in una trappola che non sa come evitare. Ogni uomo sostiene di sapere. Se però ogni uomo si attiene al costante mezzo, lo fa per un mese appena.

§ 8 §

Il maestro disse: Huei, il mio discepolo, è uomo che applica il costante mezzo. Lo pratica davvero e se lo porta in cuore. Non lo smarrisce mai!

§ 9 §

Il maestro disse: Tutto si può governare - la famiglia, il regno, ogni cosa esistente sotto il cielo. A tutto si può rinunciare - a onorificenze, a prestigiosi incarichi. Si può anche camminare su lame taglienti e ciò nonostante, si può non essere capaci di praticare il costante mezzo.

§ 10 §

Il discepolo Tse-lu chiese a Confucio di parlare della forza. Il maestro allora disse: Ti riferisci alla forza dei paesi del Sud, o a quella dei territori del Nord? Oppure alla tua?

Comandare con cortesia e gentilezza senza mai vendicarsi di chi non segue la norma - è questa la forza dei paesi del Sud. Il signore sa esercitarla. Stare sempre con le armi pronte e poi morire senza alcun sentimento di odio - ecco la forza dei territori del Nord. La esercitano i forti. Pertanto, il signore sa intrattenere buoni rapporti con tutti, senza eccedere in nulla. Così, la sua forza è solida. Il signore pratica il costante mezzo e non pende né da un lato né dall'altro. La sua forza è solida. Se il regno non è retto dalla nonna, vi subentra la morte. La sua forza è solida.

§ 11 §

Il maestro disse: Mai indagherò l'arcano o compierò gesta singolari allo scopo di essere ricordato dalle generazioni future. Il signore pratica la norma e nell'azione vi si adegua. Mai potrò seguire una stradale abbandonarla prima di averla percorsa tutta. L’uomo elevato pratica il costante mezzo. Solo l'uomo elevato riesce a distaccarsi dal mondo, a non perseguire notorietà, a non avere attaccamenti e quindi rimpianti.

§ 12 §

L’uomo elevato persegue una norma sottile e ardua. (3)

Uomini e donne, sebbene limitati, possono attingere alla sua sapienza. Ma neppure l'uomo e levato può raggiungere il vertice della sapienza. Sebbene limitati, uomini e donne possono conformarsi a essa, ma nemmeno l'uomo elevato può raggiungerne il vertice. Pur grandi, il cielo e la terra non bastano e l'uomo elevato, se parla della norma, parla di una grandezza che non può essere racchiusa da tutto quanto esiste sotto il cielo. La sottigliezza di cui parla, parlando della norma, é più sottile della più sottile cosa che esiste sotto il cielo.

“Il libro dei canti” afferma: Il falco si innalza al cielo, il pesce discende nell'abisso. Dunque la norma si esprime sia in alto sia in basso. La norma dell'uomo elevato ha le radici negli uomini e nelle donne comuni, poi si estende fino ad abbracciare il cielo e la terra.

§ 13 §

Il maestro disse: La norma non è lontana dall'uomo. Se gli fosse lontana, che norma sarebbe?

“Il libro dei canti” dice: Quando si fa il manico di un ascia, -il modello è li accanto. Si osserva il manico del modello e si taglia l'altro. Guardando entrambi in prospettiva, ci sembra di vederli lontani l'uno dall'altro. Allo stesso modo, il signore, governa l'uomo tenendo a modello l'uomo.

Chi rispetta i principi della propria natura non è lontano dalla norma. Né è lontano dalla norma chi non si comporta con gli altri come non vorrebbe che gli altri si comportino con lui.

Il signore mette in pratica quattro norme, delle quali neppure una io so praticare. Non so rispettare mio padre come desidero faccia mio figlio con me. Non so servire il signore come desidero faccia un mio suddito con me. Non so rispettare il mio fratello più anziano come desidero che il mio fratello più giovane faccia con me. Non so agire per primo verso un amico come voglio che lui faccia con me.

Chi si applica con costanza all'azione e presta costante attenzione alle parole che pronuncia, si sforza allora di colmare le proprie lacune e di eliminare i propri eccessi, cosicché le parole sono come l'azione, e l'azione corrisponde alle parole. É questa coerenza che distingue il signore.

§ 14 §

Il signore si comporta secondo il suo proprio rango e non desidera nulla di ciò che appartiene a un rango superiore. Se è giusto onorare la ricchezza, occorre comportarsi onorandola. Se è giusto appartenere a un basso rango, occorre comportarsi secondo tale basso rango. Se è giusto appartenere a una tribù selvaggia, occorre comportarsi secondo i canoni della tribù selvaggia. Se dolore e disastri sono giusti, occorre comportarsi secondo dolore e disastri. Il signore dev'essere se stesso in ogni circostanza.

Appartenendo a un rango elevato, non bisogna offendere gli inferiori. Appartenendo a un rango inferiore, bisogna lasciarsi guidare dai superiori.

Chi è sufficiente a se stesso e non chiede ad altri, non avrà a risentirsi di nulla.

Il superiore non si irrita con il Cielo, non si lamenta degli inferiori - il signore rimane calmo e attende il destino. L’uomo comune corre pericoli perché ricerca la prosperità.

Il maestro disse: Il signore è come l'arciere - se manca il bersaglio ricerca la causa in se stesso.

§ 15 §

La norma del signore è come il comportamento di chi, dovendo raggiungere un luogo lontano, inizia il viaggio da un luogo inevitabilmente vicino. É come il comportamento di chi, dovendo raggiungere una vetta, inizia la scalata inevitabilmente dal punto più basso.

“Il libro dei canti” afferma: Moglie e figli si amino e siano in accordo come nell'armonia della lira e del liùto; fratelli maggiori e fratelli minori siano in armonia e traggano motivo di piacere e di contentezza dai buoni rapporti tra loro. Sono queste le cose che arrecano ordine nella famiglia e nella dimora, e gioia nella moglie e nei figli.

Il maestro disse: Quale contentezza e quale vantaggio per il padre e la madre!

§ 16 §

Il maestro disse: Com'è incisiva e multiforme l'azione degli spiriti! (4) Osservandola non la vedi, ascoltandola non la senti. Gli spiriti compenetrano le cose e sono da esse inseparabili.

Gli spiriti fanno sì che dovunque sotto il Cielo gli uomini digiunino e si mettano gli abiti migliori per le cerimonie. Occupano numerosissimi ogni cosa dovunque.

“Il libro dei canti” dice: Indagare il mondo degli spiriti non è possibile, ma come ignorarne l'esistenza? Ciò che è misterioso si manifesta, e avvengono fenomeni che è impossibile negare!

§ 17 §

Il maestro disse: Sciun palesava un grande rispetto filiale. Si comportava come un uomo elevato ed era venerato come "figlio del Cielo", non c'era ricchezza tra i quattro mari che non fosse sua, (5) compiva sacrifici sull'altare degli antenati e così avrebbero fatto poi i figli suoi e i nipoti. Questo comportamento fu per lui motivo di inevitabile elevazione del rango, della prosperità e della fama che fino a tarda età gli appartennero.

Difatti il Cielo dà origine a ogni cosa, e a ogni cosa conferisce la sua capacità. Nutre la pianta che cresce e abbatte quella che stenta.

“Il libro dei canti” afferma: Il nostro illustre e benamato signore compie azioni eccellenti, mette ordine tra il popolo e tra, gli uomini, (6) ha ottenuto protezione dal Cielo che infatti lo aiuta e che gli affida la missione, e che queste cose sempre gli rinnova.

A motivo di questo suo elevato comportamento, riceve dal Cielo il potere.

§ 18 §

Il maestro disse: Soltanto il re Wen non ebbe dolore. Suo padre fu il re Ci ed ebbe per figlio Wu. Il figlio seppe trasmettere ciò che suo padre aveva fatto. Dunque il re Wu continuò l'opera di re T'ai, di re Ci e di re Wen. Un'unica volta mosse guerra conquistando tutto ciò che esiste sotto il cielo ed ebbe dovunque una grande fama. Lo venerarono come "figlio del Cielo" e possedeva tutte le ricchezze esistenti tra i quattro mari. Compiva sacrifici al tempio degli antenati, e altrettanto avrebbero fatto poi i suoi figli e i suoi nipoti.

Il re Wu ottenne dunque il potere, poi il signore di Ciu completò l'opera di Wen e di Wu, e conferì dopo la loro morte il titolo di imperatore sia a T'ai sia a Ci, cosicché poté fare sacrifici ai suoi nobili antenati secondo il rito imperiale.

Questi riti si estesero a tutti i nobili e a tutte le alte cariche, così pure ai saggi, agli studiosi e alle masse del popolo.

Quando il padre è un alto ufficiale dell'esercito e il figlio uno studioso, le onoranze funebri del padre devono essere quelle per un alto ufficiale, e il sacrificio del figlio per l'antenato quello di uno studioso. Quando il padre è uno studioso e il figlio un alto ufficiale, le onoranze funebri del padre devono essere quelle per uno studioso e il sacrificio del figlio per l'antenato quello di un alto ufficiale. Cosi, la consuetudine di un anno di lutto si estese anche agli alti ufficiali e quello di tre anni di lutto all'imperatore.

É unico e identico il lutto per il padre e per la madre e non c'è differenza fra nobili e gente comune.

§ 19 §

Il maestro disse: Era invero grande il rispetto filiale dimostrato dall'imperatore Wu e dal signore di Ciu! Questo loro rispetto filiale li portò a fare proprie le esperienze e gli intendimenti di coloro che li avevano preceduti, comportandosi di conseguenza. Ogni primavera e ogni autunno facevano compiere delle grandi pulizie nel tempio degli antenati, esibivano gli utensili, le insegne e gli abiti e facevano offerte con i prodotti della stagione. In occasione dei riti nel tempio degli antenati venivano stabilite le precedenze secondo il rango, nonché tra nobili e gente comune, e secondo benemerenze e meriti. Nei brindisi gli inferiori servivano i superiori, cosicché anche gli inferiori potevano partecipare al rito. Poi, durante il banchetto che seguiva la cerimonia, le precedenze venivano stabilite secondo l'età dei partecipanti.

Occupare i posti che gli antenati avevano occupato in vita, eseguire i riti che loro avevano seguito, suonare la loro musica, onorare ciò che loro avevano onorato, amare ciò che loro avevano amato, servirli e rispettarli nella morte così come nella vita come se non se ne fossero mai andati: è questo il più alto rispetto filiale.

Mediante il rito al Cielo e alla terra si rende onore al "Sovrano celeste"; mediante il rito agli antenati si rende onore a coloro che ci hanno preceduti.

Così, per chi sa capire il rito al Cielo e alla terra e, (7) il significato dei sacrifici offerti agli antenati, governare è come guardare nel palmo della propria mano.

§ 20 §

Il signore di Ai fece delle domande sull'arte di governare.

Il maestro rispose: Il metodo per governare seguito da Wen e Wu è riportato negli annali. Se fossero ancora in vita il loro metodo di governo sarebbe palese, siccome però sono morti, non è più palese.

Il metodo di governo di chi conosce la norma; è come le piante a cui la terra dà nascita, come le canne che crescono lungo le rive dei fiumi.

Il metodo di governare consiste nell'uomo nell'attrarre gli uomini per mezzo di loro stessi, secondo la norma; e, ancora, regolandola secondo il criterio della superiorità. É la superiorità che fa l'uomo; Il fulcro di tutto ciò sta nell'amore verso i genitori.

Giustizia significa comportarsi nel modo opportuno. La cosa più importante è onorare i meritevoli. Sono i riti che stabiliscono l'affetto che si deve ai consanguinei e al parenti secondo la gerarchia i rispetto che va dimostrato ai meritevoli secondo la giusta graduatoria. Ecco perché il signore deve coltivare se stesso servendo la propria famiglia. Per essere in grado di servire la propria famiglia deve saper conoscere gli uomini. Per saper,conoscere gli uomini deve conoscere le leggi che reggono l'universo.

Per ogni cosa che esiste sotto il cielo le regole sono cinque e i metodi tre.

Per ogni cosa che esiste sotto il cielo le cinque regole sono queste: i rapporti tra il signore e il suddito, tra il padre e i figli, tra il marito e la moglie, tra il fratello maggiore e il fratello minore, tra gli amici.

Per ogni cosa che esiste sotto il cielo i tre metodi sono: avere coscienza del proprio ruolo superiore e quindi della propria missione; avere coraggio; manifestare verso tutto ciò che esiste sotto il cielo una azione che sia degna di nota. Applicando questi tre metodi si raggiunge una condizione di unità.

C'è chi queste cose nasce già conoscendole,c'è chi le assimila con lo studio, e c'è chi le apprende attraversando prove e difficoltà. In ogni caso, si tratta sempre della medesima comprensione. C'è chi senza fatica alcuna e con vantaggio ne fa la base del proprio agire; e c'è chi ci riesce con il sacrificio. In ogni caso, l'efficacia è sempre la medesima.

Il maestro disse: Chi ama lo studio è prossimo alla conoscenza, chi ama l'azione compiuta con energia è prossimo alla superiorità, chi sa provare vergogna è prossimo al coraggio. Sono queste le tre regole che occorre conoscere, ed è questo il metodo mediante il quale si coltiva se stessi.

Sapere come coltivare se stessi è il metodo con cui arrivare al governo degli uomini. Sapere come governare gli uomini è il metodo con cui arrivare a governare la famiglia, il regno e ogni cosa sotto il cielo.

Sono nove le regole seguite da colui che governa la famiglia, il regno e ogni cosa sotto il cielo.

Queste regole sono: coltivare se stesso, rispettare i meritevoli, amare la famiglia, rispettare i grandi dello Stato e avere considerazione per quelli di minore rango, trattare il popolo come si tratta un bimbo, incoraggiare ogni genere di attività e di lavoro, mostrare cortesia verso, gli stranieri e cordialità verso i nobili.

Coltivando se stesso stabilirà la norma. Rispettando i meritevoli non commetterà errore. Amando la famiglia non scontenterà i fratelli maggiori e minori. Rispettando i grandi,dello Stato non commetterà errore. Avendo considerazione per quelli di minor rango ne sarà contraccambiato. Trattando il popolo come un bimbo stimolerà tutti a incitarsi l'un l'altro. Incoraggiando ogni genere di attività e di lavoro potrà utilizzare fino in fondo ogni genere di ricchezza. Mostrando cortesia verso gli stranieri, li attirerà da ogni dove. Mostrando cordialità verso i nobili sarà rispettato e temuto ovunque sotto il cielo.

Si incoraggiano i meritevoli coltivando se stessi, facendo digiuni e indossando per i sacrifici le vesti più belle, attenendosi ai riti, allontanandosi dagli adulatori, attribuendo poca importanza alla ricchezza e molta all'azione.

Si coltiva l'amore tra i famigliari rispettandone la posizione, incrementando il loro benessere, condividendo i loro apprezzamenti e il loro disprezzo. Si incoraggiano i grandi dello Stato usufruendo dell'opera di molti funzionari. Si incitano i funzionari dimostrando fiducia in loro e incrementando il loro benessere.

Si incoraggia il popolo stabilendo i tempi per il lavoro e alleggerendo le tasse.

Si esortano i lavoratori seguendo la loro opera ogni giorno, esaminandola ogni mese, e retribuendoli secondo il servizio che hanno reso.

Si onorano gli stranieri e i forestieri andando loro incontro, accompagnandoli alla partenza, apprezzandone l'esperienza e pazientando se non ne hanno.

Necessario è inoltre ristabilire la successione in quelle famiglie che ne sono rimaste prive, dare nuova vitalità a regni che più non ne hanno, riportare l'ordine dove non c'è più, aiutare i regni che sono in pericolo, regolare a corte le udienze, essere generosi con chi parte e non avere pretese verso chi arriva.

Colui che governa la famiglia e il regno e ogni cosa che esiste sotto il cielo ha queste nove regole e un unico metodo per applicarle.

Se si predispongono e preparano le cose per tempo, esse arrivano a soluzione; altrimenti, non riescono.

Una parola che sia stata meditata per tempo potrà risultare efficace.

Una cosa che sia stata decisa tempestivamente non avrà problemi.

Un'azione che sia stata predisposta per tempo risulterà positiva.

Una norma che sia stata fissata per tempo non risulterà difettosa.

Quando si occupa una posizione inferiore non si può ottenere la fiducia del superiore e pertanto non si possono comandare gli uomini: esiste una norma per ottenere la fiducia del superiore. Chi non dimostra fiducia negli amici, non ha la fiducia del superiore: esiste una norma per ottenere la fiducia degli amici. Non obbedire ai propri genitori e non amar i non ottiene la fiducia degli amici: esiste una norma per obbedire ai propri genitori e amarli. Se esaminiamo sinceramente noi stessi, non ci consideriamo equilibrati, né persone che obbediscono ai propri genitori e che li amano veramente: esiste una regola per essere persone equilibrate. Se non si sa comprendere l'esperienza, non si è veramente equilibrati!

L’equilibrio è la norma del Cielo. Raggiungerlo è la norma dell'uomo. (8) Questo equilibrio privo di costrizioni è il mezzo, e significa raggiungerlo senza affanni. L’uomo superiore mette in pratica la norma del mezzo senza difficoltà.

Si giunge a questo equilibrio soppesando, bene l'esperienza e poi attenendovisi rigorosamente.

Per ottenere una grande conoscenza occorre apprendere a valutare, a riflettere e ad agire con molta attenzione, distinguendo con chiarezza e agendo con la sincerità.

Quando non si comprende qualcosa, oppure quando pur comprendendola non si riesce a metterla in pratica, non bisogna desistere. Né bisogna desistere se non si hanno domande, oppure se si hanno domande prive di risposta. Non bisogna desistere se non si riesce a distinguere, oppure se si distingue però non con chiarezza. Né bisogna desistere se non si agisce, oppure se si agisce però non con la sincerità.

C'è chi ottiene l'equilibrio in un colpo solo, e chi ci arriva in cento colpi. C'è chi riesce in dieci colpi, e chi in mille. Questa regola è certamente alla portata degli, uomini. Così, l'ignorante potrà diventare intelligente, il debole potrà diventare forte.

§ 21 §

La conoscenza risultante dall'equilibrio si chiama natura. L’equilibrio che risulta dalla conoscenza si chiama educazione. Quando esiste equilibrio esiste la conoscenza, e quando esiste la conoscenza esiste l'equilibrio.

§ 22 §

Soltanto i migliori, di ogni cosa che esiste sotto il cielo, sono equilibrati e possono pertanto manifestare la loro natura in tutta la sua pienezza. Potendo manifestare in tutta la sua pienezza la loro natura, possono manifestare la natura degli uomini. Potendo manifestare la natura degli uomini, possono manifestare la natura di ogni cosa vivente. Potendo manifestare la natura di ogni cosa vivente possono secondare il Cielo e la terra quando fanno nascere e quando trasformano. Potendo secondare il Cielo e la terra quando fanno nascere e quando trasformano, possono partecipare pienamente al Cielo e alla terra.

§ 23 §

Chi viene dietro a queste persone attinge alla loro potenzialità. Ogni potenzialità deve essere equilibrata. Quando è equilibrata può assumere forma. Assumendo forma, si manifesta. Quando si manifesta, risplende. Risplendendo, comincerà a muoversi. Quando si muove causa delle trasformazioni. Causando delle trasformazioni eserciterà un'influenza. Colui che raggiunge il vertice dell'equilibrio può esercitare un'influenza su ogni cosa che esiste sotto il cielo.

§ 24 §

Colui che raggiunge il vertice dell'equilibrio può prevedere le cose.

Un nuovo regno, quando sta per sorgere, viene sempre annunciato da lieti presagi. Invece, quando un regno sta per sprofondare, viene sempre accompagnato da strani avvertimenti. (9) Presagi e avvertimenti possono essere scorti su foglie e gusci di tartaruga. Quando stanno per sopraggiungere disgrazie o fortune, dentro o fuori la nostra personale esperienza, le disgrazie e le fortune possono essere previste.

Perciò, colui che raggiunge un simile equilibrio è come uno spirito.

§ 25 §

L’equilibrio, così come la norma, sono completi. L’equilibrio è inizio e fine di ogni creatura che vive senza equilibrio non c'è creatura che possa esistere. Pertanto, il signore sa apprezzare l'equilibrio.

L’equili,rio è di per sé completo, e completa ogni creatura che vive. L’uomo è reso completo dall'essere superiore. Tutti gli uomini sono resi completi dalla comprensione di ciò. Così opera la natura, così entrano in armonia aspetto interiore e aspetto esteriore. Pertanto, dev'esserci un tempo idoneo per l'azione della natura.

§ 26 §

L’equilibrio al suo vertice è inarrestabile. Siccome non si ferma mai, è durevole. Essendo durevole, si manifesta. Siccome si manifesta, si fa più vasto ed esteso. Facendosi più vasto ed esteso, diventa ampio e profondo. Siccome diventa ampio e profondo, si fa grande e splendente.

Nella sua ampiezza e profondità comprende ogni cosa; nella sua luminosità e grandezza comprende ogni cosa. Nella sua estensione e durevolezza completa ogni cosa. E ampio e profondo quanto la terra, vasto e splendente quanto il cielo, grande e durevole quanto ciò che non ha alcun limite. Pertanto può manifestarsi senza che sia possibile vederlo, trasforma senza neppure compiere un gesto, e completa ogni cosa senza nulla agitare.

Il cielo è soltanto un punticino luminoso, ma nella sua vastità contiene sole, luna, stelle e ricopre ogni cosa. La terra è soltanto un mucchietto di fango, ma nella sua vastità e profondità contiene lo svettante Monte Hua senza risentisse il peso, e fiumi e mari e dunque ogni cosa.

Quel monte laggiù è soltanto un mucchietto di sassi, ma nella sua altezza e nella sua vastità fa crescere piante e alberi; gli uccelli e gli altri animali vi trovano rifugio ed è ricco di preziosissimi tesori.

Quest'acqua può essere contenuta in un minuscolo cucchiaio, ma nell'incalcolabile sua vastità nutre le tartarughe grandi e piccole, i coccodrilli e i pesci e racchiude innumerevoli tesori.

“I1 libro dei canti” afferma: La legge dell'universo è profonda, ed è infinita.

§ 27 §

Immensa è la norma dell'uomo elevato! Si propaga per ogni dove, sta all'origine di ogni cosa e nutre ogni cosa. E talmente leggera che risale al Cielo. Racchiude i trecento riti tanto è vasta, e anche le trecento regole del giusto comportamento. Ma per potere agire necessita dell'uomo giusto.

Pertanto si è soliti dire: perché la norma possa manifestarsi occorre la giusta azione.

Questa è la ragione per cui il signore esamina la natura dell'azione, pone domande e studia. Sviluppa il più possibile la portata dell'azione, ne valuta gli aspetti meno evidenti e poi si mantiene con costanza in una posizione di mezzo.

Il signore sa ricordare il passato e capire il presente, e acquista importanza e stima al cospetto degli altri osservando i riti.

Quando si trova in una posizione superiore non mostra superbia, e quand'è, in una posizione inferiore non palesa disubbidienza.

“Il libro dei canti” dice: L’uomo elevato si salvaguarda grazie alla comprensione e alla prudenza.

§ 28 §

Il maestro disse: L’uomo volgare che si attiene unicamente al proprio giudizio, l'uomo inferiore che pretende di addossarsi delle responsabilità, un uomo d'oggi che vuole applicare le norme antiche - tutti questi incontreranno inevitabili sciagure.

Solo il "figlio del Cielo" può decidere riti, leggi, studi - pertanto, in ogni cosa che esiste sotto il cielo le ruote dei carri sono sempre uguali, i libri contengono sempre la stessa cultura e le azioni degli uomini obbediscono sempre al medesimo impulso.

Se al rango di un uomo non si accompagna la giusta azione, costui non può celebrare né riti né musiche. Se un uomo compie una data azione, e questa non si accompagna al giusto rango, costui non può celebrare né riti né musiche.

§ 29 §

Il sovrano di ogni cosa che esiste sotto il cielo riduce il proprio margine di errore mediante tre cose importanti. Gli imperatori che sono stati non sono seguiti nonostante la loro esperienza. Non essendo seguiti, non riscuotono fiducia. Non essendoci questa fiducia, il popolo non ne segue l'esempio. Un uomo comune, per quanta esperienza abbia, non riscuote onori. Non riscuotendo onori, non riceve fiducia. Non essendoci questa fiducia, il popolo non ne segue l'esempio.

Se dunque la norma del signore ha origine in lui medesimo, lui avrà come seguaci folle di uomini. Valutato il comportamento dei tre imperatori che lo hanno preceduto, non riscontra in esso alcun errore. Dopo avere considerato il Cielo e la terra, non si comporta diversamente da loro. Nei riguardi degli spiriti non ha dubbio alcuno. Riterrebbe non ingiusto attendere un uomo superiore finanche cento generazioni.

Il fatto che nei riguardi degli spiriti non abbia dubbio alcuno, vuol dire che conosce il Cielo. Il fatto che non riterrebbe ingiusto attendere un uomo superiore finanche cento generazioni, vuol dire che conosce gli uomini.

Così, l'azione del signore diventa la regola per ogni cosa che esiste sotto il cielo. La sua azione e la sua parola divengono legge. I lontani desiderano stargli vicino, i vicini non si stancano di stargli accanto.

“Il libro dei canti” afferma: Nessuno lo detesta, nessuno ne è infastidito. Sarà quindi ricordato per sempre. Soltanto giungendo a questo livello il signore potrà trovare fama in ogni cosa che esiste sotto il cielo.

§ 30 §

Il maestro seguiva anzi tutto il corso delle stagioni, poi si adeguava all'acqua e alla terra. Oh, cielo e terra ricoprono e danno riparo a tutte le cose, e danno loro sostentamento! Oh, le quattro stagioni si susseguono Oh, sole e luna brillano alternandosi.

Le cose tutte evolvono senza danneggiarsi l'un l'altra, ognuna segue il suo corso e non interferisce con l'altra. La più piccola azione si manifesta a mo' di torrente. Ogni grande azione provoca mutamenti straordinari. Pertanto, si è soliti dire che cielo e terra sono grandi.

§ 31 §

Tra tutte le cose che esistono sotto il cielo, solamente l'uomo elevato, quand'è al suo vertice, è capace di manifestare intelligenza, rapidità, discernimento, capacità di governare. t allora tollerante, generoso, cortese, capace di autocontrollo. Parco nel mangiare, sano, vive attenendosi al mezzo e sa manifestare rispetto. É educato, ha cura della propria persona, sa analizzare ed è in grado di distinguere.

Ha l'ampiezza e la profondità della primavera che sempre ritorna. Ha l'ampiezza e la profondità del cielo, dell'abísso e della primavera. Quando si mostra riscuote il rispetto del popolo. Quando parla, il popolo gli crede. Quando agisce, il poolo lo stima.

La sua fama si propaga ovunque nel regno e raggiunge i barbari del settentrione e dei meridione. Ovunque l'uomo viaggi e lavori, ovunque il cielo ricopra e la terra sostenga, ovunque sole e luna rischiarano con la loro luce, ovunque ci siano rugiada e brina - ovunque l'uomo elevato raccoglie rispetto. Pertanto, si è soliti dire che è come il Cielo.

§ 32 §

Ovunque sotto il cielo solo chi ha ottenuto l'equilibrio può fissare le norme che regolano le attività umane, può decidere l'essenziale e conoscere l'azione di Cielo e terra che produce e nutre ogni cosa. Come potrebbe costui ricercare qualcosa fuori da sé medesimo?

Sua è difatti una superiorità vera e profonda e vasta. Chi sa conoscere l'uomo superiore se non colui che è a sua volta solido, acuto, pieno di intelligenza e che sa riproporre l'azione del Cielo per quanto difficile sia da comprendere?

§ 33 §

“Il libro dei canti” afferma: Sopra l'abito di seta indossa una semplice veste, così non ostenterai i lusso. Allo stesso modo l'uomo elevato nasconde la norma e ciò nonostante essa si manifesta in lui sempre di più. L’uomo comune, invece, esibisce la propria e ciò nonostante essa si attenua in lui sempre di più. Il signore sa rendere insapore la propria norma così da non disgustare nessuno - la rende semplice e però ricca, cortese e però granitica.

Le cose lontane nascono da quelle vicine. Ciò che si manifesta scaturisce da ciò che non si manifesta.

“Il libro dei canti” dice: Pur sprofondandosi e nascondendosi, l'uomo elevato è sempre visibile. Il signore è contento quando, esaminandosi, si vede privo di errore. Ha cura di sé anche laddove gli uomini non possono vederlo.

“Il libro dei canti” dice: Abbi cura affinché nella tua casa, anche nel più riposto cortiletto, non vi sia motivo di vergogna. Pertanto, anche se non si muove il signore ottiene rispetto, e anche se non parla ottiene fiducia.

“Il libro dei canti” afferma: Fate le offerte senza dirlo, così da non provocare disagio. Pertanto, il signore non ricompensa nessun uomo e ciò nonostante il popolo si sente stimolato. Il signore sa farsi rispettarsi senza palesare collera.

“Il libro dei canti” dice: Non serve esibire l'azione perché sia imitata. Pertanto, il signore si comporta lealmente e con rispetto, e ogni cosa che esiste sotto il cielo sta nella pace.

“Il libro dei canti” dice: Non importa che abbia voce e volto ciò che può influenzare il popolo.

L’azione è lieve come piuma, ma la piuma ha dimensioni. L’azione del Cielo non ha voce e non ha odore - ed è questo il massimo!


Note a << IL COSTANTE MEZZO >>

1. Ciung ni: nome da adulto di Confucio. Ai tempi in cui visse, era tradizione in Cina conferire a ogni bambino un nome d'infanzia, detto ming. A vent'anni riceveva un nome d'adulto, detto tse. In famiglia le persone continuavano a essere chiamate confidenzialmente con il nome d'infanzia. Fuori dalla famiglia e negli atti ufficiali venivano invece chiamate con il nome di adulto.

2. Il maestro: cioè Confucio.

3. L'uomo elevato: nei testi confuciani ricorre il termine “uomo elevato" e, più frequentemente, "uomo superiore". Il termine originale è quello cinese di Scieng e sta per uomo di grande elevazione spirituale, santo o, appunto, confuciano. Nelle traduzioni in varie lingue occidentali (inglese, francese, tedesco ecc.) dei testi confuciani il termine è tradotto anche come "uomo saggio", "uomo sacro". In ogni caso, incontrando termini quali “superiorità”, “uomo superiore" ecc., è bene riferirsi sempre a concetti quali "elevazione spirituale", “uomo spiritualmente elevato" ecc.

4. In Cina era viva la convinzione dell'esistenza di un mondo spirituale, e quindi di entità spirituali che agivano sul mondo materiale influenzandolo. Gli spiriti, secondo i cinesi, erano essenzialmente di due generi: quelli che esprimevano, personificandole, le forze della natura; e gli spiriti dei defunti. Gli antichi cinesi ritenevano che questi spiriti intervenissero nelle opere e anche nei pensieri degli uomini.

5. Tra i quattro mari: espressione tipicamente cinese per indicare il mondo nella sua vastità e interezza.

6. Confucio distingue tra il popolo e gli uomini, attribuendo il titolo di "uomo" a quella persona che ha raggiunto la superiorità ovvero l'elevazione spirituale.

7. Nel pensiero e nella pratica del confucianesimo rito non ha solo un significato religioso. Il termine rito si riferisce a tutto quel consistentissimo e severissimo insieme di cerimoniali che regolavano la vita politica e ufficiale, e che serviva a ordinare e sottolineare ogni aspetto della vita della società e del popolo. I riti, quindi, divenivano un mezzo per spezzettare, spiegare e disciplinare il corso della esistenza collettiva e individuale. Imponevano con rigore estremo a ognuno la consapevolezza di ogni azione espletata e subita. Sarà, poi, il taoismo, con la sua carica dirompente e "rivoluzionaria" rispetto alla rigidità confuciana, a porre in dubbio il rito inteso in tale accezione.

8. L'equilibrio: la parola cinese cen è tradotta come "equilibrio" o "stato, condizione di equilibrio". Nelle varie traduzioni dei testi confuciani nelle diverse lingue occidentali, questo stesso termine è tradotto anche come "sincerità", "sincerità assoluta", "integrità", "bontà". Si tende ora a preferire il termine "equilibrio" in quanto più prossimo al concetto di "posizione di mezzo" che è costante nel pensiero di Confucio.

9. Nell'antica Cina gli indovini esaminavano le foglie di certe piante e, appunto, i gusci delle tartarughe.

 
 

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