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BENEDETTO VI, romano (973-974)

Figlio di Ildebrando di origine germanica, Benedetto VI fu diacono e cardinale nella diocesi di San Teodoro in Roma, egli fu consacrato papa il 19 gennaio 973, sicuramente su indicazione del volere imperiale, ed ancora una volta i motti popolari non tardarono a farsi sentire, quasi sull'onda di tutte le città repubbliche ormai in essere.
La rivolta si fece sentire in particolar modo subito dopo la morte di Ottone I avvenuta il 7 maggio 973 e fu capitanata da un certo Crescenzio (probabilmente un nobile con radicali aderenze presso i capi popolo).
Benedetto VI fu catturato, imprigionato nel Castel Sant' Angelo e deposto dagli stessi congiurati che elessero in sua vece, nel giugno del 974, il diacono Francone figlio di tale Ferruccio il quale assunse il nome di Bonifacio VII.
Nel luglio dello stesso anno Benedetto VI fu strangolato nella cella del carcere e la leggenda volle che l'omicidio sia stato consumato con le mani dello stesso suo usurpatore.
Non si conosce dove sia stato sepolto il pontefice ed anche dell'antipapa non si ebbero più notizie perchè molto probabilmente rifugiato a Costantinopoli assieme ai suoi seguaci e congiurati.

Certo è che le altre repubbliche più o meno solide di Venezia ebbero anch'esse la loro influenza nel determinare le coscienze degli uomini:

Amalfi
Amalfi fu la più antica delle repubbliche marinare. Essa aveva fatto parte del dominio bizantino, ma verso la metà del secolo IX, quando, a causa dei continui attacchi dei Musulmani, dovette provvedere con mezzi propri alla sua difesa, ed acquistò piena autonomia politica.
A capo dello Stato era il Duca, eletto dai cittadini nel pubblico parlamento o arengo.
Amalfi combatté ripetutamente contro i Musulmani. Si deve ricordare al riguardo, la famosa vittoria di Osti (849), quando una potente flotta di Musulmani, che minacciava Roma, fu quasi distrutta. Nel complesso, tuttavia, Amalfi cercò di vivere in pace con i turchi per i suoi traffici commerciali. Aveva colonie fiorentissime a Costantinopoli, in Siria, in Egitto, sulle coste dell'Africa, e poiché queste colonie erano già in decadenza all'epoca delle Crociate, non poté, come le altre repubbliche marinare, prendere parte attiva alle stesse e trarne vantaggio.
Amalfi è inoltre famosa per le sue Tavole Amalfitane del sec. XII, una specie di codice mercantile e marittimo, che rimase in vigore per secoli in quasi tutto il Mediterraneo.
Tuttavia la potenza di Amalfi durò poco: oppressa dai Normanni (1076), vinta e saccheggiata dalla rivale Pisa (1135), cessò praticamente di esistere nei primi anni del secolo XI.

Pisa
Pisa, posta alle foci del fiume Arno, che era allora navigabile fin sotto le porte della città, aveva fatto parte del Regno italico, e, più tardi, del marchesato di Toscana; ma verso la fine del secolo X, quando dovette difendersi da sola per le continue scorrerie dei Musulmani, divenne completamente autonoma. A capo dello Stato erano i Consoli, magistrati eletti dal popolo, con attribuzioni ancora poco chiare.
A differenza di Amalfi, Pisa dovette combattere a lungo contro i Musulmani, che, dalle vicine isole della Sardegna e della Corsica, operavano frequenti scorrerie sulle coste del Tirreno, e in questa lotta ebbe alleata Genova, anch'essa minacciata nella sua sicurezza.

Genova
Anche Genova, come Pisa, aveva fatto parte del Regno italico, sotto il governo dei marchesi Obertenghi; ma verso la fine del secolo X acquistò autonomia politica.
A capo dello Stato fu dapprima il vescovo, poi i Consoli, ed infine il Doge, eletto a vita (primo doge fu Simon Boccanegra, 1339); ma il protagonista del governo fu sempre la Compagna, una grande associazione di mercanti e di marinai, che amministrava i beni del Comune e promuoveva ogni genere di iniziativa. Genova si alleò con Pisa contro i Musulmani, ma, entrata in conflitto con la sua ex-alleata, rimase unica padrona del Tirreno e del Mediterraneo occidentale.

 

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