| Romano di nascita,
    già cardinale di San Callisto (nda: probabilmente del sito catacombale
    perchè non risulta esservi stata diocesi).Fu consacrato il 29 settembre dopo una travagliatissima vicissitudine perchè,
    diversamente dai suoi predecessori, Benedetto III scelse la strada della
    conferma imperiale che ricercò inviando due legati presso la corte di
    Ludovico II.
 Gli incaricati furono Nicola vescovo di Ananagni e Mercurio magister militum
    e recarono con loro il decreto dell'avvenuta elezione del pontefice.
 Ma appena fuori Roma, ad Orte i due incontrarono il vescovo di Gubbio
    Arsenio il quale intrapprese il viaggio di ritorno in loro compagnia
    convincendoli, strada facendo, di perorare la causa del proprio nipote
    Anastasio rifugiato ad Aquileia, cardinale già deposto da San Leone IV, con
    la scusa che egli era comunque ben introdotto presso la casa imperiale.
 I due legati si presentarono all'imperatore, consegnarono il protocollo
    contenente l'elezione di Benedetto III ma perorarono la causa di Anastasio.
 Ludovico II insoddisfatto del comportamento dei due legati, poco dopo la
    partenza di questi ultimi, decise di inviare a Roma i conti Bernardo ed
    Adalberto per sincerarsi di come fossero avvenute le elezioni papali.
 Nuovamente ad Orte si rincontrarono i due conti, i due legati, Anastasio e
    suo zio Arsenio, nonchè i vescovi Ronaldo, di Porto ed Agatone, di Todi a
    loro volta in viaggio verso Roma.
 Il conciliabolo non pensò di meglio che eleggere pontefice Anastasio e di
    dirigersi verso l' urbe. Nel frattempo il pontefice inviò il secondicerio
    Adriano, il capitano dell'esercito Graziano ed il duca Gregorio quali
    messaggeri per ricevere gli inviati imperiali. A cinque miglia dalla città,
    presso la basilica di San Leucio i due gruppi si incontrarono. I messaggeri
    pontificali furono presi prigionieri e trascinati attraverso i Prati
    Neroniani fino al palazzo in Laterano.
 Il 21 settembre 855 Anastasio entrò a San Pietro, preso dall'ira fece a
    brandelli le tele dov'erano impresse le sentenze dei due concili tenuti da
    San Leone IV, tra le quali quella dov'era iscritta la sua scomunica e
    danneggiando le immagini di Cristo e della Madonna.
 Anastasio si spostò poi in Laterano dove ad attenderlo vi era Benedetto III
    seduto sul soglio, attorniato dal clero a lui fedele. Una milizia armata del
    vescovo di Bagnorea, aggregatosi ad Anastasio tolse di peso il pontefice dal
    proprio trono, gli strappò il pallio e lo affidò ad altri due cardinali
    scomunicati dal suo predecessore.
 Il 25 settembre 855 il popolo venuto a conoscenza degli scempi e dell'
    usurpazione fatta da Anastasio scese in piazza, i messi imperiali
    convocarono impensieriti dalla situazione, e quello stesso giorno
    convocarono un'assemblea generale.
 L'assemblea popolare capitanata dai vescovi di Ostia ed Albano dichiarò che
    Benedetto III era stato eletto secondo i dettami del diritto canonico.
 Gli inviati imperiali non poterono far altro che prendere atto della
    situazione, liberare Benedetto III, allontanare Anastasio e, con "mille
    scuse" portarlo in processione sul cavallo di Leone IV fino alla
    cattedrale di Santa Maria Maggiore in transtevere.
 Le "mille scuse" furono ben gradite ma per contro il pontefice
    dovette riammettere Anastasio nel clero e guarda caso fu proclamato abate
    del monastero di Santa Maria Maggiore in Transtevere, mentre per gli altri
    congiuri il non luogo a procedere.
 Ma come spesso accade la sorte non giovò a Ludovico II, imperatore in
    pectore ed effettivo imperatore per un solo giorno, infatti il padre
    Lotario, ritiratosi a vita monastica nel convento di Prum, presso Treviri
    morì il 28 settembre 855 lasciando il lascito testamentario della
    suddivisione dell'impero tra i figli: a Ludovico II l' Italia, a Lotario II
    le terre del Nord chiamate successivamente Lotaringia e a Carlo la Provenza.
 Benedetto III papa semplice ed umile, probabilmente già in avanti con gli
    anni non si rese conto dello schiaffo morale inferto al potere imperiale e
    pertanto non se ne seppe giovare, nè per se nè per la comunità romana.
 
 Il pontefice spirò il 17 aprile 858 e fu sepolto davanti le porte della
    basilica di San Pietro.
  
     |