| Romano, già arcipresbitero
    (nda: antica classe gerarchica paragonabile in qualche modo all' attuale
    arciprete) e cardinale della diocesi intitolata ai Ss Silvestro e Martino ai
    Monti, Sergio fu eletto alla fine di gennaio del 844.La sua consacrazione fu contrastata dal diacono Giovanni il quale, forte del
    plauso popolare si impadronì del palazzo in Laterano insediandosi sul trono
    pontificio.
 La milizia della nobiltà organizzata fu però comandata ad intervenire :
    Sergio (non cambiò nome) fu scortato fino al palazzo pontificio,
    sbaragliati i piccoli tumulti di piazza ed abbandonato a se stesso, il
    diacono Giovanni fu incarcerato, successivamente condannato a morte, ed in
    fine fu invece esiliato per intercessione dello stesso pontefice.
 Il tutto avvenne naturalmente senza l'autorizzazione dell' imperatore
    Lotario, anche perchè da ambo le parti stava regnando il caos più totale.
 La risposta di lotario non si fece attendere: Nella primavera del 845 inviò
    il figlio Ludovico, già re d'Italia a verificare la situazione.
 Ludovico accompagnato dall'arciprete e vescovo di Mertz arrivò fino ai
    pressi delle mura ma tramite quest'ultimo, accolto peraltro con tutti gli
    onori, fu fatto sapere che l'esercito avrebbe dovuto accamparsi fuori dalle
    mura stesse in prossimità dei Prati Neroniani.
 Ludovico fu accolto dal papa sulla gradinata di San Pietro e all' inno di
    " benedictus qui venit in nomine Domini" il re confermò la
    sudditanza religiosa al pontefice ed ai suoi rappresentanti di tutto il
    proprio regno, con il conseguente riconoscimento di re d' Italia e la sua
    consacrazione, avvenuta il 15 giugno dello stesso anno.
 Successivamente, anche per continuare ad accattivarsi le pur disfatte
    simpatie reali ed imperiali, Sergio II fu munifico nell'argire apostolati,
    cariche e prebende nepotistiche sia su di un versante che nel proprio.
 Tra le corruzioni ed i patti non rientrò però, la protezione di Roma.
 La prima incursione saracena avvenne i primi di agosto del 846 e penetrarono
    in Roma il 25 dello stesso mese appoggiati da una flotta di 75 navi armate
    con 10.000 uomini.
 La riva destra del Tevere comprese le basiliche di San Pietro e San Paolo
    furono letteralmente saccheggiate, mentre la riva sinistra protetta dal
    grosso della milizia papalina e dalle mura Aureliane riuscì a respingere
    l'attacco.
 
 Il potere temporale, in virtù del mancato riconoscimento della propria
    influenza su Roma caput mundi, non si mosse.
 
 Sergio II morì il 27 gennaio del 847, lasciando una città in preda alla
    carestia, alla miseria e all'abbandono più totale.
 Fu sepolto in San Pietro.
 
 A Bagdad fu Califfo Harun al Watiq (842-847), contemporaneo del poeta Abu
    al-'Atahiya (748\c.825), personalità ascetica, poeta in una lingua semplice
    e accessibile al popolo e del poeta Habib ibn 'Aws Abu Tammam (800\c.845),
    siriano di origine cristiana ma ritenuto della tribù dei Tayyi', autore di
    elaborate poesie e raccoglitore della tradizione araba classica.
    Quest'ultimo fu precursore, insieme al conterraneo al-Buhturi, del
    neoclassico Mutanabbi; deve la sua fama alla Hamasa, raffinata antologia di
    poesie antiche. La sua produzione personale ha uno stile carico di immagini
    artificiose e di retorica sentenziosità, ma è utile per lo storico poichè
    celebra importanti eventi dell'epoca
 
 Mentre Venezia fu governata dal doge Pietro Tradonico ( 836-864) -
  
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