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FELICE IV, del Sannio (526-530)

Presule nativo di Benevento, Felice IV fu imposto alla comunità cristiana da Teodorico, che non si risolse a proclamarne uno sino al 12 luglio del 526, dopo quasi due mesi di "vacatio".
Sembrò quasi una beffa o un lascito testamentario perchè lo stesso Teodorico morì poche settimane dopo: il 30 di agosto.
Comunque nonostante l'imposizione del potere temporale alla comunità cristiana, non ci furono motti di rigetto. San Felice IV fu un papa amato ed accettato comunque fossero andate le cose.
Riuscì a mantenere buoni rapporti con il popolo goto attraverso Amalasunta, reggente al trono di Alarico divenuto re ancora bambino, tanto da rendere la stessa comunità cristiana "quasi indipendente" dal punto di vista giuridico, tramite un editto imperiale che garantì la sovranità pontificale dei giudizi. In altre parole la giustizia passava al potere laico solo in caso di rifiuto del clero di amministrarla.
Così come riuscì a mantenere gli equilibri tra le due ataviche opposte fazioni divise tra i seguaci dell'impero d'occidente o d' oriente.
L'unico screzio con i sovrani dell'epoca accadde quando durante il sinodo del 529, forse sentendo anche la fine prossima, San Felice volle avvalersi del diritto canonico di imporre la propria volontà designando il proprio successore, così come a sua volta voluto da Simmaco nel concilio del 499. Fu così che il proprio pallio fu consegnato all' arcidiacono Bonifacio.

Durante il suo breve pontificato riuscì inoltre a promuovere la fede cristiana attraverso il riconoscimento ed il sostegno dell' attività di San Benedetto che aveva fondato una propria regola all'interno della Chiesa cristiana, senza disconoscere i dogmi romani e la centralità di Roma.
Profondo conoscitore degli scritti di S.Agostino se ne avvalse per condannare il semipelagianesimo ( nda: dottrina antiagostiniana fondata nella Gallia meridionale. I semipelagisti -termine comunque coniugato solo nel XVII sec. - in antitesi con l'ortodossia di Sant' Agostino sostenevano che il genere umano può iniziare il suo viatico anche senza lo stato di grazia, della conversione e della salvezza " initium fidei" - non è ben chiaro se la cosa non intendesse l'abbandono del primo dei sacramenti, ovvero il battesimo.)

Costruì la basilica in onore dei Ss. Cosma e Damiano adattando due templi pagani: il Templum Sacrae Urbis e il Tempio di Romolo. Rifece la basilica di S. Saturnino sulla via Salaria.
La sua morte avvenne il 22 settembre del 530 e fu sepolto nel sagrato di San Pietro. Viene ricordato nel Martirologio Romano per la sua grande dedizione alla fede cristiana.
E’ raffigurato nel mosaico del catino absidale dei Ss. Cosma e Damiano con pianeta gialla, dalmatica azzurra e pallio disseminato di croci.

 

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