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      Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli
      disse: "Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro
      povero.[2] Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero;
 
 [3] ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che
      egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con
      i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul
      suo seno; era per lui come una figlia.
 
 [4] Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando
      di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al
      viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo
      povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui".
 
 [5] Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan:
      "Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte.
 
 [6] Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal
      cosa e non aver avuto pietà".
 
 [7] Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così dice il
      Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle
      mani di Saul,
 
 [8] ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le
      donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se
      questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro.
 
 [9] Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che
      è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso
      in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti.
 
 [10] Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu
      mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita.
 
 [11] Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la
      sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi
      per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di
      questo sole;
 
 [12] poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto
      Israele e alla luce del sole".
 
 [13] Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il
      Signore!". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha perdonato il
      tuo peccato; tu non morirai.
 
 [14] Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore
      (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà
      morire". Natan tornò a casa.
 
 [15] Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva
      partorito a Davide ed esso si ammalò gravemente.
 
 [16] Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino e digiunò e
      rientrando passava la notte coricato per terra.
 
 [17] Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si
      alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
 
 [18] Ora, il settimo giorno il bambino morì e i ministri di Davide
      temevano di fargli sapere che il bambino era morto, perché dicevano:
      "Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato e
      non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino
      è morto? Farà qualche atto insano!".
 
 [19] Ma Davide si accorse che i suoi ministri bisbigliavano fra di loro,
      comprese che il bambino era morto e disse ai suoi ministri: "È morto
      il bambino?". Quelli risposero: "È morto".
 
 [20] Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e cambiò le
      vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò. Rientrato in
      casa, chiese che gli portassero il cibo e mangiò.
 
 [21] I suoi ministri gli dissero: "Che fai? Per il bambino ancora
      vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!".
 
 [22] Egli rispose: "Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e
      piangevo, perché dicevo: Chi sa? Il Signore avrà forse pietà di me e il
      bambino resterà vivo.
 
 [23] Ma ora che egli è morto, perché digiunare? Posso io farlo
      ritornare? Io andrò da lui, ma lui non ritornerà da me!".
 
 [24] Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, entrò da lei e le si unì:
      essa partorì un figlio, che egli chiamò Salomone.
 
 [25] Il Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò
      Iedidià per ordine del Signore.
 
 [26] Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città
      delle acque
 
 [27] e inviò messaggeri a Davide per dirgli: "Ho assalito Rabbà e
      mi sono già impadronito della città delle acque.
 
 [28] Ora raduna il resto del popolo, accàmpati contro la città e
      prendila, altrimenti se la prendo io, porterebbe il mio nome".
 
 [29] Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, l'assalì e la
      prese.
 
 [30] Tolse dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d'oro e
      conteneva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Asportò
      dalla città un bottino molto grande.
 
 [31] Fece uscire gli abitanti che erano nella città e li impiegò nei
      lavori delle seghe, dei picconi di ferro e delle scuri di ferro e li fece
      lavorare alle fornaci da mattoni; così fece a tutte le città degli
      Ammoniti. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutta la sua truppa.
 
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